Non è una morte come le altre.
È morta per difendere il Diritto di Difendere i prigionieri davanti a un tribunale e per difenderli secondo le garanzie fornite anche dalla CEDU.
È morta senza poter essere assistita e senza il conforto dei propri cari.
La sua battaglia oggi è la battaglia di tutti gli avvocati d’Europa, soprattutto per la sicurezza del suo collega Aytac Unsal.
La Commissione per i diritti umani della FBE controllerà anche le condizioni del collega ancora in carcere e chiederà a tutte le istituzioni europee e internazionali di intercedere presso il governo turco per una soluzione positiva della questione.
La dichiarazione - in allegato - della Fondazione degli Ordini Forensi d'Europa.
"Ebru TIMTIK, un avvocata turca, aveva 42 anni.
È morta dopo 238 giorni di sciopero della fame, assassinata, con il silenzio complice dei governi, sia in Europa che nel resto del mondo.
Era stata condannata, senza aver ricevuto un giusto processo, a più di 13 anni di carcere per "appartenenza a un gruppo terroristico", ma in realtà per aver difeso i suoi clienti. È morta perché chiedeva giustizia, convinta di essere ascoltata e sostenuta dai Paesi democratici.
Gli avvocati e gli Ordini la piangono.
La sua morte non deve rimanere invano e deve risvegliare le nostre coscienze latenti alla situazione di Nasrin SOTOUDEH, al momento ricoverata d'emergenza in condizioni critiche dopo 20 giorni di sciopero della fame.
Gli avvocati e gli Ordini continueranno a lottare instancabilmente per sostenere ovunque i diritti fondamentali, il diritto a una difesa libera e indipendente e chiederanno il rilascio dei colleghi ingiustamente condannati e imprigionati per aver fatto il loro dovere, come Aytac UNSAL e Nasrin SOTOUDEH.
Non resteremo più in silenzio. Tacere significa essere complici."